Tutti i Torinesi sanno che Palazzo Madama, nella centralissima Piazza Castello, è di per sé un edificio decisamente particolare: mezzo castello (il nome della Piazza deriva proprio da quello) e mezzo palazzo, rappresenta un vero e proprio incontro tra epoche e stili differenti.
Quello che però i cittadini non sanno è che, fino a circa un secolo fa, Palazzo Madama è stato anche sede di un osservatorio astronomico: dalle sue cupole si potevano infatti vedere le stelle senza allontanarsi dal centro della città. D’altra parte, non è un caso che Gozzano abbia definito Palazzo Madama “la casa dei secoli”.
A cura di Gabriele Richetti
Palazzo Madama, in breve
Sede di una delle porte che, al tempo dell’antica Julia Augusta Taurinorum, permettevano di entrare in città, il palazzo venne in seguito trasformato in fortezza, vista la posizione strategica e la vicinanza al fiume Po.
Per vederlo diventare un vero e proprio castello bisognerà attendere fino al XIV secolo, quando i Savoia-Acaja gli diedero l’aspetto medievale ancora visibile oggi nella parte posteriore.
Successivamente venne eletto a dimora per gli ospiti dei Savoia e per alcuni membri della famiglia reale, fino a quando, nel 1637, Cristina Maria di Borbone, la prima Madama Reale e moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia, la scelse come propria residenza modificandone lo stile e la struttura interna.
Anche la seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, vi abitò, ispirando il nome che il palazzo ha conservato nei secoli successivi e commissionando a Filippo Juvarra, all’inizio del ‘700, ulteriori abbellimenti mai del tutto completati. Fu rimosso l’antico ponte levatoio, sostituito dal magnifico ingresso barocco. Tuttavia, la parte medievale rimase, come rimando ai secoli passati.
Strano, in una città dove i reperti medievali sono pochissimi, visto il desiderio della famiglia Savoia di modernizzare quanto più possibile la propria capitale.
L’Osservatorio astronomico
Tra le innovazioni – non realizzate – proposte da Juvarra già figurava una specola astronomica.
In effetti, nel ‘700, molti studiosi iniziarono ad essere attratti da ciò che succedeva sopra nella volta celeste, complice anche il passaggio della cometa di Halley nel 1759. Giovanni Battista Beccaria approntò infatti una torretta di via Po ad osservatorio astronomico, che fu poi spostata, trentuno anni dopo, sui tetti dell’Accademia delle Scienze.
Si dovrà però attendere il 1822 per vedere Palazzo Madama adibito ad osservatorio: Giovanni Plana, astronomo reale, raccolse le curiosità astronomiche nate già nel secolo precedente presso la comunità scientifica cittadina e costruì una torretta di osservazione sul lato nord del Palazzo. Palazzo Madama, così elegante, si trovò all’improvviso appesantito da una strana cupola.

Con il passare degli anni, ci si rese però conto che, per esigenze scientifiche e di prestigio, tutti gli strumenti avrebbero dovuto necessariamente trovare una collocazione fuori città.
Serviva più spazio e meno inquinamento luminoso per riuscire ad ammirare e studiare gli astri con maggior precisione. In Piazza Castello, già all’epoca, c’erano troppe fonti di luce artificiale e un fastidioso rumore. Palazzo Madama era inoltre ormai obsoleto, con le sue scalinate in legno umide e di difficile accesso.

La nuova sede in collina
Dopo una serie di richieste e argomentazioni, nel 1913 l’intera attività astronomica fu trasferita in collina, dove si trova ancora oggi, nei pressi di Pino Torinese. Gli anni passarono, tra alterne fortune, finanziamenti e fasi di disinteresse, fino a stabilizzarsi dagli anni ’60 in poi.
Prestigiosa e storica sede di osservazione, la struttura guarda oggi dall’alto la sua città, tappa intermedia tra gli storici ed eleganti palazzi torinesi e l’immensità del cielo stellato.
